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    Cos'è il tastevin?

    Chissà quante volte vi sarete chiesti, vedendo un sommerlier servire del vino, cosa mai fosse quel ciondolo bizzarro che portava al collo.
    Il termine tecnico per identificare questa ciotolina in metallo è tastevin o tate-vin.

    Le sue origini

    La prima “tazza” per degustare il vino di cui si ha notizia risale addirittura a più di tremila anni fa.
    Già nell’antica Pompei troviamo affreschi in cui è presente una versione ancestrale del moderno tastevin.

    E’ nella Francia del XVII secolo che questo strumento inizia a diffondersi così come lo conosciamo oggi.

    In epoca medievale il tastevin era utilizzato dai coppieri per versare il vino ai commensali durante i banchetti delle famiglie reali. Dati i frequenti spostamenti dei coppieri a cavallo, questo oggetto doveva essere il più resistente possibile, ed era realizzato infatti in legno o metallo, e doveva anche essere di dimensioni ridotte. Inoltre, era un oggetto indispensabile per tutti quelli che lavoravano a diretto contatto col vino, permettendo di apprezzare al meglio il colore del vino ed anche favorendone l’ossigenazione.  

    A cosa serve

    La funzione del tastevin di degustare ed apprezzare il vino, è oggi sostituita in toto dal più comune e versatile bicchiere da degustazione.

    Tuttavia, il tastevin aveva il suo perché ed era studiato in quanto a forma e materiali per ricavarne la massima funzionalità.
    Questo oggetto è realizzato in argento, un materiale capace di dissolvere l’anidride solforosa contenuta nei vini bianchi giovani.

    Com’è fatto

    Il tastevin può essere di due tipologie: bordolese e borgognone. Il bordolese presenta un manico piatto, a differenza del borgognone che è anche dotato di un anello, che ne favorisce l’impugnatura.
    Il modello più utilizzato è sicuramente il Borgognone, peraltro oggetto simbolo dell’Associazione Italiana Sommelier.

    Di forma circolare, con un diametro di circa 8 cm e 2 cm di profondità, con un piccolo manico posto sul lato, per permettere di impugnarlo.
    Proprio per le caratteristiche indicate sopra, nella maggior parte dei casi questo oggetto è realizzato in argento o silver plate.
    Al centro del tastevin si trova una grossa curvatura a bolla, che non deve essere mai superata, ed indica quindi il livello di vino. Intorno a questa curvatura troviamo 8 sfere concave, utili all’esame visivo del vino rosso, mentre simmetricamente opposte troviamo 17 o 18 concavità, di forma allungata, utilizzate per l’analisi visiva del vino bianco.
    Le 14 bolle in rilievo hanno lo scopo di ossigenare al meglio il vino che viene fatto ruotare, permettendone una migliore analisi gusto-olfattiva.
    L’unica controindicazione riguarda i vini spumanti: con il tastevin, infatti, non è possibile valutarne il perlage.

    Per valutare un bianco, il tastevin va impugnato con la mano sinistra e si versa il vino con la destra.
    Al contrario, per esaminare un rosso si versa il vino con la sinistra e si impugna il poggiadito con la mano destra.

    Da oggi in avanti, sappiamo che guarderete questo oggetto con altri occhi ;-)

    A presto con altre curiosità,

    VM

     

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